Le sue opere
Gli scritti di al-Razi, secondo un’autorità, sono più di 230 e vanno dalla medicina e la chirurgia alla matematica, gli scacchi e la musica. Durante il Medioevo la sua composizione più stimata in Occidente fu il conciso manuale di scienza medica che scrisse per un governante di nome Mansur, generalmente ritenuto Mansur ibn Ishaq, che fu nominato governatore di Ray nel 903. Chiamato da al-Razi il Kitab al Mansuri, la traduzione latina era conosciuta in Europa come il Liber de medicina ad Almansorem o Liber Almansoris, e il suo nono libro in particolare faceva parte del curriculum medico di quasi tutte le università europee fino al XVI secolo.
L’opera medica più importante di al-Razi, il Kitab al-Hawi, è una compilazione delle note sui suoi pensieri, letture e pratica che ha accumulato durante la sua intera vita medica. Forse mai destinato ad apparire come un singolo libro, fu assemblato postumo dagli amici e dagli studenti di al-Razi. Di conseguenza, anche se il titolo completo di al-Hawi in arabo significa “Sistema di Medicina”, il libro manca dell’unità di disegno che solo il suo autore avrebbe potuto dargli. A causa delle sue immense dimensioni, le copie di questa enciclopedia medica furono sempre rare, e anche nel mondo islamico non fu fino ai tempi moderni che un testo arabo completo fu compilato per la pubblicazione.
Siccome è composta da estratti tratti dagli scritti di medici greci, islamici e indù arricchiti dalle osservazioni e dai commenti di al-Razi stesso, l’utilità del libro fu riconosciuta presto in Occidente, dove una versione latina, intitolata Continens, fu preparata per Carlo d’Angiò, re di Sicilia, nel 1279 dallo studioso ebreo Farj ibn Salim, che era conosciuto anche con il suo nome latino, Farragut. La prima edizione latina dei Continens, pubblicata a Brescia nel 1486, è il libro più grande e pesante stampato prima del 1501. Il Continens è stato definito uno dei più preziosi e interessanti libri medici dell’antichità, e la reputazione di al-Razi come il più grande clinico islamico si basa in gran parte sulle storie di casi registrati in quest’opera.
La più stimata delle opere di al-Razi oggi è la monografia sul vaiolo e sul morbillo. Anche se il vaiolo era stato descritto in precedenza, il suo resoconto è sorprendentemente originale e sembra quasi moderno. Composto alla fine della sua vita, il piccolo lavoro fu tradotto dall’arabo prima in siriaco e in greco. La prima edizione latina dell’opera, stampata a Venezia nel 1498, era una traduzione dal testo greco imperfetto, ma nel 1747 fu preparata una versione più accurata su cui si basò la prima traduzione in inglese.
Nei suoi anni di declino, al-Razi fu ostacolato dal lento deterioramento della sua vista. Un aneddoto racconta che quando fu sollecitato a farsi rimuovere chirurgicamente le pellicole dagli occhi, il vecchio rifiutò la proposta, rispondendo che aveva già visto abbastanza del mondo. Sebbene il luogo e la data della sua morte siano incerti, un cronologo islamico piuttosto affidabile la colloca a Ray il 26 ottobre 925.
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