Il ghepardo (Acinonyx jubatus) è il mammifero terrestre più veloce e può muoversi ad una velocità fino a 103 km all’ora su una distanza di centinaia di metri. I ghepardi cacciano principalmente durante il giorno e le loro prede principali sono ungulati di piccole e medie dimensioni, soprattutto gazzelle.
Le principali minacce per il ghepardo includono il bracconaggio e il degrado dell’habitat. Il degrado dell’habitat è causato dal pascolo eccessivo e da gravi siccità derivanti da cambiamenti naturali e indotti dall’uomo. Il pascolo e le attività agricole sono permesse anche all’interno della maggior parte delle aree protette, mettendo ulteriore pressione sui ghepardi e le loro prede attraverso il disturbo e la competizione più dura con il bestiame. I pastori uccidono i ghepardi perché credono che rappresentino una minaccia per gli animali domestici.
Conservazione:
Il ghepardo è stato inserito nell’Appendice I del CMS nel 2009 (tranne le popolazioni di Botswana, Namibia e Zimbabwe).
Il ghepardo africano, con diverse sottospecie presenti in diversi paesi africani, è elencato come specie vulnerabile (VU) sulla Lista Rossa IUCN. Il ghepardo in Africa, insieme al cane selvatico africano (Lycaon pictus), il leone (Panthera leo) e il leopardo (Panthera pardus) è coperto dall’Iniziativa congiunta CITES-CMS sui carnivori africani (ACI).
Il ghepardo asiatico (Acinonyx jubatus venaticus), la sottospecie di ghepardo che si trova in Iran, è elencato come criticamente in pericolo (CE) dalla IUCN. Il ghepardo asiatico è stato incluso nella Central Asian Mammals Initiative (CAMI) nel 2014.
Il guépard (Acinonyx jubatus) è il mammifero terrestre più veloce e può spostarsi a una velocità che va da 103 km all’ora su una distanza di più centine di metri. I ghepardi cacciano di solito durante il giorno e le loro principali prede sono ungulati di piccole e medie dimensioni, soprattutto gazzelle.
Le principali minacce per il ghepardo sono il bracconaggio e il degrado dell’habitat. Il degrado dell’habitat è causato dal pascolo eccessivo e dalle gravi siccità derivanti dai cambiamenti naturali e antropogenici. Il pascolo e le attività agricole sono permesse anche all’interno della maggior parte delle aree protette, il che mette ulteriore pressione sui ghepardi e le loro prede a causa del disturbo e della maggiore competizione con il bestiame. I pastori uccidono i ghepardi perché pensano che rappresentino una minaccia per gli animali domestici.
Conservazione:
Il ghepardo è stato inserito nell’Appendice I del CMS nel 2009 (ad eccezione delle popolazioni in Botswana, Namibia e Zimbabwe).
Il ghepardo africano, di cui esistono diverse sottospecie in diversi paesi africani, è elencato come Vulnerabile (VU) sulla Lista Rossa IUCN. Il ghepardo africano, insieme al cane selvatico (Lycaon pictus), il leone (Panthera leo) e il leopardo (Panthera pardus) sono coperti dalla CITES-CMS Joint African Carnivore Initiative (JCA).
Il ghepardo asiatico (Acinonyx jubatus venaticus), la sottospecie di ghepardo trovato in Iran, è classificato come criticamente in pericolo (CE) dalla IUCN. Il ghepardo asiatico è stato incluso nella Central Asian Mammal Initiative (CAMI) nel 2014.