Negli anni ’60, il mondo della moda si è trasformato in “topsy-turvy”, come ha notato il TIME nel 1967. Quasi ogni aspetto di quel decennio rivoluzionario, dal movimento per i diritti civili alla corsa allo spazio, si rifletteva in qualche modo nell’abbigliamento indossato dalle donne americane.
Il libro Mod New York: Fashion Takes a Trip, che esce in coordinazione con una mostra con lo stesso nome al Museum of the City of New York (apertura mercoledì), dà un’occhiata alle influenze dietro e all’influenza duratura della moda americana negli anni tra il 1960 e il 1973. Come mostra questo campionario di foto, il raggio d’azione della moda era ampio, e si estendeva fino alla Casa Bianca.
Come nota il libro, per molto tempo prima di questo periodo, la moda americana non era stata poi così americana. L’alta moda, dopo tutto, era sinonimo di Francia. Ma durante la seconda guerra mondiale, quando il commercio e le comunicazioni con Parigi divennero più difficili, le controparti degli stilisti francesi a New York City si fecero avanti. Nel 1960, quando John e Jacqueline Kennedy – il cui stile personale era spesso tratto da influenze francesi – entrarono alla Casa Bianca con un’aura di gioventù americana, l’idea di una moda veramente americana non era così inverosimile.
Quando il tasso di cambiamento delle tendenze accelerò per tutti gli anni ’60, le donne che si preoccupavano di vestiti si liberarono delle vecchie norme su ciò che era appropriato – proprio come gran parte della società americana si liberò delle restrizioni del passato. Anche se Jackie Kennedy ruppe un nuovo terreno per la moda americana, fece strada a una serie di look più sciolti e rivoluzionari di quelli che lei stessa presentava. L’arte e i movimenti giovanili si fecero conoscere nel mondo della moda. Le modelle nere e l’abbigliamento con influenze africane ispirarono e rifletterono l’orgoglio del movimento dei diritti civili. Il femminismo si incarnò prima nelle minigonne, che sfidavano la femminilità modello degli anni ’50, e poi con l’abbigliamento disegnato per le donne in carriera.
Quello che il TIME una volta chiamò “il mondo mod, mod della moda” fu, si rivelò, una parte cruciale del più ampio mondo mod, mod degli anni ’60.
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