“Bisogna spingere tutto al limite assoluto altrimenti la vita sarà noiosa.” – Dario Argento
Dal 1970, il regista italiano Dario Argento ha scolpito una carriera illustre scavando nell’area degli shock grafici. Ha creato una forma d’arte di spaventi intensi, in cui il pubblico è visivamente inzuppato. Le sue prime opere rientrano nella categoria del giallo, un termine italiano che descrive un sottogenere di film o letteratura incentrato sulla suspense, il mistero e l’orrore. Argento ha regnato sovrano in questo settore con le sue prime opere devastanti per il loro tempo. Non solo le idee erano originali, ma la loro esecuzione era magistrale.
Gli anni ’80 non sono stati così fruttuosi per Argento, come la produzione del 1985 Demoni che ha scritto e prodotto. Anche se sembra un incrocio tra La notte dei morti viventi e I guerrieri, in realtà è noioso, mal recitato e dimenticabile. Dal punto di vista critico, il suo lavoro è scivolato negli ultimi tre decenni, con solo brevi scorci della magnificenza dell’uomo, come nel thriller di Max Von Sydow Sleepless (2001). Da un regista che a un certo punto stava aprendo nuove strade e abbattendo i confini è leggermente frustrante.
A prescindere dal suo eventuale declino, Dario Argento è diventato uno dei registi più influenti nel suo campo dopo il minaccioso lavoro di Alfred Hitchcock. Infatti, anche In Fabric di Peter Strickland, uscito questa settimana, è chiaramente debitore del regista italiano. Prendendo cinque film di riferimento dal catalogo delle opere di Argento, il genio dell’uomo viene in superficie, mostrando sia il coraggio che la gloria, in tutti i sensi.
#1. L’uccello dal piumaggio di cristallo (1970)
Il debutto di Argento e il primo grande successo fuori dall’Italia, L’uccello dal piumaggio di cristallo o I delitti della galleria segue lo scrittore americano Sam Dalmas (Tony Musante) in vacanza a Roma. In cerca di ispirazione e di una cura per il suo blocco dello scrittore, viene coinvolto nel caso di un serial killer che uccide numerose donne in tutta la città. Sam è testimone di una di queste morti in una galleria d’arte, e diventa emotivamente coinvolto nella cattura dell’assassino “dai guanti neri”. Questo è il cinema giallo al suo meglio: pieno di suspense, divertente, e il senso di terrore è abbinato all’horror stilizzato che Argento perfezionerà nei film successivi.
#2. Profondo Rosso (1975)
Nel 1975, Argento aveva iniziato ad affinare il suo mestiere, addentrandosi completamente nell’horror. Un chiaro esempio di questo è Profondo Rosso. Questo è il lavoro del regista che mette veramente in mostra il suo stile visivo dietro la macchina da presa, poiché il dolore provato nelle vittime viene trasmesso perfettamente allo spettatore.
Profondo Rosso è una storia di miti, folklore e l’immancabile killer misterioso, insieme a un omicidio storico e un libro intitolato House of the Screaming Child. Questo film è complesso, pieno di suspense, con colpi di scena e uccisioni raccapriccianti che aggiungono splendidamente all’esecuzione della visione di Argento. La colonna sonora della band italiana di rock progressivo, Goblin (che è intervenuta dopo che i Pink Floyd hanno rifiutato l’opportunità) aggiunge solo all’atmosfera inquietante che il regista ha creato per schiavizzare il pubblico in un mondo di incubi. Questo rimane con te molto tempo dopo i titoli di coda.
#3. Suspiria (1977)
Realizzato nel 2018 da Luca Guadagnino, l’originale di quattro decenni prima è ancora il capolavoro da brividi che non può essere eguagliato. Segue la storia di una ballerina americana, Suzy Bannion (Jessica Harper), che si reca in Germania per studiare alla Tanz Dance Academy, e rimane intrappolata in un mondo di omicidi.
E’ visivamente avvincente, un capolavoro di gore contro suspense che si scontra con uno sfondo elegante. Dato che l’inglese mal doppiato è una delusione, la versione originale sottotitolata è la migliore. Detto questo, però, in Suspiria spesso le parole non sono necessarie. Solo le scenografie in technicolor di Argento – intrise di rossi, blu e verdi brillanti – portano abbastanza tensione da traumatizzare i sensi. Anche se il suo progetto successivo e seguito tematico, Inferno (1980), manca dell’impatto iniziale di questo shocker, Suspiria è giustamente citato nella stessa categoria de L’esorcista.
#4. Tenebrae (1982)
Questa uscita del 1982 vede il regista ritornare al suo meglio in fatto di suspense, a volte alla pari con i migliori film di Hitchock. Questo thriller utilizza le location più pittoresche per la carneficina più sanguinosa.
Simile a The Bird With the Crystal Plumage. Tenebrae segue uno scrittore. Questa volta il suo nome è Peter Neal (Anthony Franciosa). Mentre si trova a Roma per un tour promozionale del suo ultimo romanzo, ‘Tenebrae’, l’autore viene a sapere che un killer sta copiando gli scenari del suo libro – dando vita alle violente visioni di Neal.
L’immaginazione e le complessità che si trovano in Tenebrae – sondando se la scrittura cruenta e sensazionalista possa derivare dalle fissazioni represse e nascoste del suo creatore – possono a volte essere schiaccianti. Tuttavia, ne risulta uno slasher più riflessivo. Qui, non si tratta semplicemente del fatto che il cast è sullo schermo semplicemente per essere ucciso. Il gore può essere abbondante, ma necessario.
#5. Phenomena (1985)
Misteriosi serial killer da una parte, Phenomena è imperniato su abilità psichiche e telecinesi. Segue una giovane ragazza, Jennifer Corvino (Jennifer Connelly) che scopre di poter comunicare con gli insetti. Questo può sembrare in superficie, ben inutile. Tuttavia, fa molto quando si tratta di risolvere degli omicidi. Jennifer può localizzare le larve che si attaccano ai cadaveri in decomposizione. Poiché un assassino psicotico è a piede libero, lei diventa la chiave per la sua cattura poiché i suoi doni possono condurre ai responsabili.
Gli eleganti sfondi sono più attenuati rispetto ai film precedenti, e la recitazione fu criticata nelle recensioni dell’epoca. In retrospettiva, tuttavia, una giovane ragazza dotata che può risolvere misteri attraverso gli insetti che si attaccano ai resti dei cadaveri è geniale, prova che Argento anche a metà degli anni ottanta non aveva perso nulla della sua immaginazione unica.
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