La discectomia e fusione cervicale anteriore (ACDF) è una procedura di fusione spinale comunemente eseguita per la decompressione del midollo cervicale dovuta a protrusioni discali e osteofiti proiettati posteriormente.
Non deve essere confusa con un ACDA (artroplastica discale anteriore cervicale).
In questa pagina:
- Tecnica
- Follow-up
- Complicazioni
Immagini:
- Casi e figure
Tecnica
La procedura viene eseguita tramite un’incisione anterolaterale del collo con approccio chirurgico passando tra il tratto aerodigestivo (trachea, esofago, muscoli faringei) medialmente e il fascio neurovascolare carotideo (arteria carotide, vena giugulare interna, nervo vago) lateralmente 2.
Il disco intervertebrale viene poi resecato insieme alla fibrocartilagine che copre gli endplates vertebrali adiacenti (per permettere un’eventuale fusione ossea). È possibile risalire fino al legamento longitudinale posteriore, rimuovendo anche gli osteofiti e la protrusione del disco ed estendendosi lateralmente per decomprimere i forami neurali di uscita 1,2.
Una volta che la decompressione ha avuto luogo, viene introdotto un distanziatore interbody (o “gabbia”) di qualche tipo. Questo può essere sotto forma di 1,3:
- osso
- innesto osseo autogeno (per esempio dalla cresta iliaca anteriore del paziente raccolta nello stesso momento in cui viene eseguita la fusione)
- innesto osseo allogeno (per esempio da osso iliaco o perone cadaverico)
- innesto di osso allogenico animale (per esempio, bovino o vitello)
- sintetico di solito confezionato con osso autocancellato, matrice ossea demineralizzata o ceramica
- plastica
- metallo (per es.Ad esempio titanio o acciaio inossidabile)
- ceramica
In seguito, una placca con viti che passano nei corpi vertebrali sopra e sotto il segmento operativo viene solitamente introdotta per fornire un’ulteriore stabilizzazione 1.
I dispositivi più recenti combinano la fissazione delle viti e lo spazio interbody in un unico dispositivo, inserendosi interamente nello spazio interbody senza la massa aggiunta della piastra anteriore 1.
Follow-up
Un modo comune di seguire l’ACDF è la radiografia cervicale laterale per valutare il gonfiore dei tessuti molli prevertebrali. Uno studio prospettico del 2017 con 106 pazienti post-ACDF 4 ha misurato la differenza dello spessore dei tessuti molli anteriormente alla porzione media di C3 e C6 nell’immediato post-operatorio, 2 settimane, 1 mese, 6 mesi e 12 mesi dopo l’intervento rispetto alla linea di base:
- C3: differenza significativa fino a 1 mese; dal terzo mese la differenza non era significativa (cioè torna alla linea di base)
- post-op: 5,10-6,56 mm
- 2 settimane: 2,61-4,07 mm
- 1 mese: 1,12-2,68 mm
- C6: significativo fino a 6 mesi
- post-op: 4,01-5,47 mm
- 2 settimane: 2,72-4,18 mm
- 1 mese: 1,78-3,24 mm
- 3 mesi: 0,98-2,44 mm
- 6 mesi: 0.40-1.86 mm
Complicazioni
Anche se la procedura è generalmente sicura, si possono incontrare diverse complicazioni tra cui 3:
- complicanze intraoperatorie
- perforazione dell’esofago
- danneggiamento della carotide o della vena giugulare interna
- complicanze postoperatorie immediate
- disfagia dovuta a piastra e viti
- voce rauca dovuta a danni al nervo laringeo ricorrente
- complicanze tardive
- degenerazione del segmento adiacente
- ossificazione del livello adiacente