L’amore. Famiglia. Redenzione. Il rispetto. Questi sono i temi toccati con forza e spesso con gioia in “The Color Purple”, ora all’Orpheum Theatre.
Il tour è nato dal revival di Broadway del 2015 diretto da John Doyle nel suo caratteristico stile minimalista che ha vinto il Tony per il miglior revival di quella stagione. La visione di Doyle includeva anche la progettazione del set – un suggestivo muro di sedie ascendenti che suggerisce sia il riposo che il movimento.
Felicemente, non ha richiesto agli attori di suonare strumenti sul palco (come nei suoi revival di “Company” e “Sweeney Todd”). Né ha richiesto elaborati numeri di danza, fornendo una “messa in scena” invece di lavorare con un coreografo.
Il risultato è un’attenzione al personaggio e alla canzone che serve bene alla produzione.
Il libro di Marsha Norman per il musical presuppone una familiarità del pubblico con il romanzo dell’autrice della Bay Area Alice Walker e il suo adattamento cinematografico diretto da Steven Spielberg; le cose si muovono ad un ritmo rapido, fermandosi occasionalmente per respirare e poi accelerando.
Le pause, tuttavia, sono gloriose, in particolare quando il respiro viene da Adrianna Hicks come Celie o Carla R. Stewart come Shug Avery, le cui voci salgono dal palco, oltre le luci, fino al cielo stesso.
L’intera compagnia – compresi J. Daughtry e Carrie Compere come Harpo e Sofia, e Gavin Gregory come l’odioso Mister – sono cantanti sublimi, ma queste due donne sono divine.
La storia inizia un secolo fa ma risuona ancora più forte oggi di quando il musical debuttò nel 2005. Rimane doloroso vedere quanto poco contasse la vita delle donne, e quanto poco contasse la vita delle donne nere, anche all’interno delle loro stesse famiglie.
Dopo la splendidamente stilizzata nascita del secondo figlio di Celie – da uno stupro e presunto incesto – il suo “Pa” le prende il bambino e lo allontana con un piccolo gesto della mano, lasciandola nel dolore e nel dolore con l’ammonizione di riprendere le sue faccende.
È una delle tante scene – tra cui il tentato stupro dell’amata sorella di Celie, Nettie, e l’aggressione a Sofia – che lacerano il cuore e accendono un fuoco rabbioso nell’anima.
Per fortuna ci sono anche momenti di gioia.
Celie, sempre falsamente detto di essere brutta, trova l’accettazione con Shug nella dolcemente speranzosa “What About Love?”. È una delle migliori canzoni della colonna sonora di Brenda Russell, Allee Willis e Stephen Bray, che include anche l’impertinente “Miss Celie’s Pants” e il definitivo “Hell No!”di Sofia
“The Color Purple” viaggia con un bagaglio impegnativo, ma è l’aria di redenzione di Celie che ti manda nella notte: “Sono grata di amare chi sono veramente. Sono bella. Sì, sono bella, e sono qui.”
RIVISIONE
Il colore viola
Dove: Orpheum, 1192 Market St., S.F.
Quando: 8 p.m. martedì, giovedì-venerdì, 2 e 8 p.m. mercoledì e sabato, 2 p.m. domenica; chiude il 17 maggio
Biglietti: da 40 a 246 dollari
Contatto: www.shnsf.com Adrianna HicksAlice WalkerCarle R. StewartCarrie CompereColor PurpleJ. DaughtryJohn DoyleMarsha NormanTeatro
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