Quando era studente universitario, Karl Marx (1818-1883) si unì a un movimento conosciuto come i Giovani Hegeliani, che criticavano fortemente le istituzioni politiche e culturali del tempo. Divenne un giornalista e la natura radicale dei suoi scritti lo avrebbe fatto espellere dai governi di Germania, Francia e Belgio. Nel 1848, Marx e il suo collega tedesco Friedrich Engels pubblicarono “Il Manifesto Comunista”, che introduceva il loro concetto di socialismo come risultato naturale dei conflitti inerenti al sistema capitalista. Marx si trasferì poi a Londra, dove avrebbe vissuto per il resto della sua vita. Nel 1867, pubblicò il primo volume del “Capitale” (Das Kapital), in cui esponeva la sua visione del capitalismo e le sue inevitabili tendenze verso l’autodistruzione, e prese parte a un crescente movimento operaio internazionale basato sulle sue teorie rivoluzionarie.
La prima vita e l’educazione di Karl Marx
Karl Marx nacque nel 1818 a Treviri, in Prussia; era il bambino più vecchio sopravvissuto in una famiglia di nove figli. Entrambi i suoi genitori erano ebrei e discendevano da una lunga linea di rabbini, ma suo padre, un avvocato, si convertì al luteranesimo nel 1816 a causa delle leggi contemporanee che escludevano gli ebrei dalla società superiore. Il giovane Karl fu battezzato nella stessa chiesa all’età di 6 anni, ma in seguito divenne ateo.
Dopo un anno all’Università di Bonn (durante il quale Marx fu imprigionato per ubriachezza e combatté un duello con un altro studente), i genitori preoccupati iscrissero il figlio all’Università di Berlino, dove studiò legge e filosofia. Lì fu introdotto alla filosofia del defunto professore berlinese G.W.F. Hegel e si unì a un gruppo conosciuto come i Giovani Hegeliani, che stavano sfidando le istituzioni e le idee esistenti su tutti i fronti, compresa la religione, la filosofia, l’etica e la politica.
Karl Marx diventa un rivoluzionario
Dopo aver ricevuto la sua laurea, Marx iniziò a scrivere per il giornale liberale democratico Rheinische Zeitung, e divenne direttore del giornale nel 1842. L’anno successivo il governo prussiano bandì il giornale come troppo radicale. Con la sua nuova moglie, Jenny von Westphalen, Marx si trasferì a Parigi nel 1843. Lì Marx incontrò il collega tedesco emigrato Friedrich Engels, che sarebbe diventato suo collaboratore e amico per tutta la vita. Nel 1845, Engels e Marx pubblicarono una critica alla giovane filosofia hegeliana di Bauer, intitolata “Il Santo Padre”
In quel periodo, il governo prussiano intervenne per far espellere Marx dalla Francia, e lui ed Engels si trasferirono a Bruxelles, in Belgio, dove Marx rinunciò alla sua cittadinanza prussiana. Nel 1847, la neonata Lega Comunista di Londra, in Inghilterra, ha redatto Marx ed Engels per scrivere “Il Manifesto Comunista”, pubblicato l’anno successivo. In esso, i due filosofi descrissero tutta la storia come una serie di lotte di classe (materialismo storico), e predissero che l’imminente rivoluzione proletaria avrebbe spazzato via per sempre il sistema capitalista, rendendo gli operai la nuova classe dirigente del mondo.
La vita di Karl Marx a Londra e “Das Kapital”
Con le rivolte rivoluzionarie che travolsero l’Europa nel 1848, Marx lasciò il Belgio poco prima di essere espulso dal governo di quel paese. Tornò brevemente a Parigi e in Germania prima di stabilirsi a Londra, dove avrebbe vissuto per il resto della sua vita, nonostante gli fosse stata negata la cittadinanza britannica. Lì lavorò come giornalista, compresi 10 anni come corrispondente per il New York Daily Tribune, ma non riuscì mai a guadagnarsi uno stipendio e fu sostenuto finanziariamente da Engels. Col tempo, Marx divenne sempre più isolato dai compagni comunisti di Londra, e si concentrò maggiormente sullo sviluppo delle sue teorie economiche. Nel 1864, tuttavia, aiutò a fondare l’Associazione Internazionale dei Lavoratori (conosciuta come la Prima Internazionale) e scrisse il suo discorso inaugurale. Tre anni dopo, Marx pubblicò il primo volume del “Capitale” (Das Kapital) il suo capolavoro di teoria economica. In esso espresse il desiderio di rivelare “la legge economica del movimento della società moderna” e delineò la sua teoria del capitalismo come un sistema dinamico che conteneva i semi della sua stessa autodistruzione e del successivo trionfo del comunismo. Marx avrebbe trascorso il resto della sua vita lavorando su manoscritti per altri volumi, ma rimasero incompiuti al momento della sua morte, per pleurite, il 14 marzo 1883.