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Le 10 migliori canzoni di A Perfect Circle

Posted on Maggio 30, 2021 by admin

Nonostante gli A Perfect Circle abbiano preso in giro nuova musica già nel 2008, solo un nuovo brano, By And Down, è emerso da allora. L’ultimo album risale a 16 anni fa e, visto quanto tempo ci stanno mettendo i Tool, la band principale del frontman Maynard Keenan, a tirar fuori qualcosa di nuovo, non è sorprendente che i fan degli A Perfect Circle abbiano rinunciato a che il supergruppo ci graziasse con materiale nuovo.

Ma finalmente c’è speranza – il chitarrista Billy Howerdel ha recentemente annunciato che gli A Perfect Circle suoneranno di nuovo dal vivo il prossimo anno e che nuova musica è in arrivo. Maynard ha elaborato che suoneranno all’Hollywood Bowl il 7 maggio 2017, e, secondo i rapporti, non sembra contestare che la nuova musica sia in arrivo, il che è un miglioramento rispetto ai suoi commenti del 2010 che lui “non è più interessato agli album”.

Per segnare il loro ritorno, abbiamo setacciato il loro catalogo per scegliere le loro 10 migliori tracce.

10. Magdalena

Ci vuole un po’ per iniziare, ma l’ipnotico ronzio della voce di Maynard nella scarna sezione iniziale ti culla rapidamente nel lamento inquietante di Magdalena. Mentre potrebbe non avere un gancio come alcuni dei suoi compagni di album su Mer De Noms, è una degna inclusione in questa lista per come fonde senza soluzione di continuità sezioni distinte e non si basa sulla struttura standard strofa-coro.

9. Pet

È una serenata rassicurante, o un rapitore che sussurra minacce travestite da frasi tranquillizzanti per cercare di cullare la sua preda in una sorta di sindrome di Stoccolma? Conoscendo la tendenza di Maynard a gravitare verso il lato oscuro della vita, è probabilmente la seconda. “I must isolate you” è una specie di indizio, in realtà. Sono le linee di chitarra di Billy Howerdel, che strisciano attraverso la canzone come un serpente, che danno davvero un vantaggio a questa canzone, però.

8. 3 Libras

I delicati archi e gli abbellimenti di flauto sui versi potrebbero quasi portare 3 Libras in territorio prog, se non fosse per la linea di basso cupa e le corde acustiche che entrano nel ritornello. Il contrasto tra la dolce malinconia dei versi e il lamento appassionato di “You don’t see me” cattura la turbolenza dell’emozione umana; se la tristezza che cede il passo alla frustrazione facesse rumore, potrebbe suonare un po’ come 3 Libras.

7. Weak and Powerless

Potrebbe sembrare tetro, ma non è così scomodamente personale come alcuni dei materiali su Mer De Noms. Invece, è un’ode alla monotonia dell’essere intrappolati in uno stato miserabile, ma il ritmo incalzante e trainante rende l’ascolto infinitamente preferibile all’essere intrappolati nella mentalità contro cui inveisce.

6. Vanishing

E’ un lento bruciatore, che costruisce in atmosfera e struttura man mano che procede. Le voci a cappella all’inizio, e i sussurri sopra la linea di basso – che, insolitamente, è il centro della canzone – sono sufficienti per sollevare i capelli sulla nuca o cullarti per dormire, a seconda dell’umore che hai. Evocare così tanti stati d’animo con una strumentazione minima è un’impresa impressionante.

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5. The Outsider

Un pizzico di Mer De Noms si fa strada qui. Mentre The Outsider non potrebbe essere definita pesante in nessun modo, Maynard ringhia invece di disegnare qui, e un po’ della rabbia viscerale che ha scatenato sul primo disco ritorna, un faro di rabbia tra la calma comparativa di Thirteenth’s Step.

4. Blue

Il minaccioso jangle iniziale, come uno spettro che fa scorrere le dita sulle stoviglie appese in una cucina da film horror, cede il passo a un ritornello cantilenante sull’ignoranza ostinata, il ritmo scuro e implacabile sottostante allude alla tragedia che il protagonista della canzone rifiuta di riconoscere. Ascolta mentre sei mezzo distratto e avrai una piacevole melodia che si impianta nel tuo cervello; presta la massima attenzione, ed è piena del marchio di fabbrica APC.

3. Passive

Uno dei due soli originali su eMOTIVE del 2004, la struttura call-and-response di Passive gli dà un tocco quasi pop, e il testo va dritto al punto senza alcun abbellimento o metafora. È arrabbiata e relazionabile, e, beh, solo una canzone davvero bella.

2. The Hollow

Il testo oscuro sul riempire un “vuoto” emotivo con il sesso vuoto è reso poetico e quasi bello quando è impostato su un complesso ritmo di 6⁄8 suonato con tale abilità che potrebbe anche essere 4⁄4. Questo è Tim Alexander dei Primus alle bacchette, che sostiene la fluidità che fa sembrare fluida questa canzone rock abrasiva. Come apertura dell’album, è sicuramente uno di quelli che vi farà venire voglia di continuare ad ascoltare.

1. Judith

Musicalmente, Judith segue la stessa vena di The Hollow, con riff che scivolano senza sforzo su ritmi complessi e breakdowns. Ma sono i testi profondamente personali e la rabbia palpabile che emana da essi che rende Judith un capolavoro. Scritto dopo che sua madre è diventata su una sedia a rotelle dopo un ictus, l’incredulità disperata di Maynard sul fatto che lei potesse ancora mantenere la sua fede in Dio nonostante la sua sofferenza è dolorosamente, inducentemente, presente.

Quiz: Tool, Devin Townsend, Trans-Siberian Orchestra…

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