Le Nove Muse dell’Antica Mitologia Greca erano quelle che ispiravano la più grande arte, musica, poesia e anche l’erudizione negli uomini (e donne) mortali. Erano le loro voci divine che sussurravano all’orecchio degli artisti, pronunciando le parole di ispirazione che emergevano nel silenzio delle loro menti, diventando la loro più grande opera.
Nell’antica Grecia era pratica comune iniziare le loro opere con una piccola preghiera alle Nove Muse (o alla loro madre Mnemosyne) nella speranza che esse ispirassero le loro menti e riempissero il loro lavoro di energia e abilità divine. Omero fece proprio questo sia nell’Iliade che nell’Odissea.
Di seguito sono elencate le Nove Muse per nome e il ramo dell’arte a cui erano legate nel tempo (una lista più completa delle loro qualità e associazioni si trova alla fine di questo articolo):
- Calliope, la Musa della poesia epica
- Clio, la Musa della storia
- Euterpe, la Musa della musica e della poesia lirica
- Thalia, la Musa della commedia
- Melpomene, la Musa della tragedia
- Terpsichore, la Musa della Danza
- Erato, la Musa della Poesia d’Amore
- Polimnia, la Musa degli Inni (Poesia Sacra)
- Ourania, la Musa dell’Astronomia e degli Oggetti Celesti
Mnemosyne :La Madre delle Nove Muse
Le Nove Muse erano figlie del grande Zeus e di una Titanessa di nome Mnemosine (Μνημοσύνη, pronunciato qualcosa come Ne-mo-SEE-ne). Si dice che Zeus si sia imbattuto in Mnemosine sotto forma di un giovane pastore mortale, in cui l’ha sedotta.
Insieme si sono contorti per nove notti consecutive di estasi amorosa, motivo per cui lei ha concepito nove belle figlie nello stesso momento, che sono diventate le Nove Muse.
Mnemosine era figlia dei Titani Ouranos (Urano) e Gaia, i cui nomi significano letteralmente “Cielo” e “Terra”, rispettivamente, figlia delle forze fondamentali della creazione. Questo fa di Mnemosine la zia di Zeus, poiché è la figlia dei fratelli del padre di Zeus, Cronos.
Mnemosine è la dea della memoria. Anche il suo nome deriva dalla parola greca μνήμη (mneme) che significa memoria o ricordo. Secondo la leggenda, la sua memoria impeccabile risale fino all’inizio, fino agli albori della creazione, perché, come figlia della Terra e del Cielo, era lì a testimoniare tutto.
Nell’antica religione greca si diceva che coloro che erano morti bevevano dal fiume Lethe nella terra di Hades (Inferi) che causava l’oblio in modo che non avrebbero ricordato le loro vite passate quando si reincarnavano. Agli iniziati dell’Orfismo veniva invece insegnato a bere dal fiume Mnemosyne, il fiume della memoria, che si credeva potesse interrompere il ciclo delle rinascite nella trasmigrazione dell’anima.
Mnemosine, a differenza di molti altri Titani, era tenuta in giusta considerazione dagli antichi greci. Si sa che da Socrate a Omero hanno evocato il suo nome, affinché concedesse loro acutezza di memoria, acutezza di mente e potenza di parola quando ne avevano bisogno. Perché chiamando il suo nome si evocava anche il potere delle Nove Muse, essendo la loro madre.
Secondo il poeta e autore greco Esiodo nella sua famosa opera Teogonia, il potere di catturare la mente e il cuore dei mortali mostrato dai grandi re e poeti era dovuto al possesso temporaneo del re da parte di Mnemosyne, che dava alle loro parole grande potere e carisma.
I primi anni delle Nove Muse
Quando le sue 9 figlie crescevano, lei le affascinava e le educava con i racconti più illustri e fantastici che conosceva. Mnemosine cercava nella sua lunga memoria e raccontava tutte le cose che vedeva, descrivendo alle sue giovani figlie la creazione del mondo, il potere cosmico dei titani, i suoi parenti e i loro antenati, ognuno per nome.
Disse loro del temibile Titano Cronos. Come aveva sentito che uno dei suoi figli si sarebbe alzato per rovesciarlo, e come aveva mangiato ognuno dei suoi figli per evitare che ciò accadesse. Ma il potente Zeus fu nascosto a suo padre da sua madre, cresciuto in segreto, e alla fine lo spodestò.
Raccontò la nascita degli Olimpi, i famosi Dodici del Pantheon greco, i loro innumerevoli figli (cugini e familiari delle Nove Muse), le loro gesta e i loro misfatti. Racconti di eroismo e di gloria, racconti di risate e di stupidità, racconti di tragedia, e alcuni racconti che sembravano non significare nulla, ma che catturavano lo stesso il cuore.
Queste storie animavano la mente delle belle e giovani Nove Muse, e a loro importava poco altro. Bevevano poesia, si sostenevano con la musica e respiravano il canto. Gli eroi e i racconti della leggenda danzavano dietro i loro occhi, nella loro immaginazione mentre erano svegli e nei loro sogni mentre dormivano.
Quando la loro madre non raccontava loro delle storie, se le raccontavano l’un l’altro. Trascorrevano le loro giornate nell’idilliaca Grecia dei vecchi tempi in cui gli dei governavano ancora il mondo. Ballavano sulla sabbia e sul surf, nuotavano nudi nel mare sotto il figlio che batteva o la luce morbida e gentile della luna.
Passeggiavano per le foreste e scalavano le vette vicino alla loro casa, mentre componevano poesie e canzoni basate sulle storie che avevano sentito, in modo da poter raccontare agli altri ciò che era stato, perché nulla fosse mai dimenticato.
Mastering Music and the Arts Under Apollo
Vedendo il loro grande potenziale nelle arti Mnemosyne mandò le sue figlie dalla ninfa Eufime e dal Dio della Musica, Apollo. Alcune tradizioni dicono che furono allevate sul monte Parnassi. Altri dicono che furono portate all’antico tempio di Zeus sul monte Elikonas, o sul monte Helicon, o sullo stesso monte Olimpo.
Dovunque li portasse, sotto la sua tutela padroneggiavano rapidamente le arti, la musica, il canto e la poesia. Apollo insegnò loro a cantare l’armonia, aiutandoli e consigliandoli nelle loro composizioni per liberare ogni voce al suo massimo potenziale.
Come Apollo guidava il coro delle Nove Muse la loro bellissima musica si riversava in quarta dalla loro sala. Come grandi onde di luce, di energia divina e di emozione la loro musica si riversava sul fianco della montagna. Il sole splendeva di più mentre cantavano, e le piante crescevano, le foglie si protendevano non verso il sole, ma verso le Nove Muse la cui luce era, per loro, più luminosa del sole. Si dice che anche gli uccelli canori si fermassero nella loro musica per ascoltare.
Ognuna delle muse aveva la sua specialità. Erato era la Musa della Lirica, Euterpe la Musa della Musica, Thalia la Musa della Commedia, Medomene la Musa della Tragedia e del Coro, Terpsichore la Musa della Danza, Urania la Musa dell’Astronomia, Clio la Musa della Storia, Polimnia la Musa degli Inni, e Calliope la Musa della Poesia Epica.
Secondo la mitologia greca, le Nove Muse inventarono anche molte arti della civiltà, della scienza e dell’istruzione. Due muse inventarono le teorie e le tecniche relative alla pratica dell’apprendimento, tre inventarono la lira stessa e la musica su di essa, quattro inventarono i quattro dialetti della lingua greca antica (attico, ionico, eoliano e dorico), cinque crearono i cinque sensi in modo che l’arte e la bellezza potessero essere sperimentate in tutte le forme, e sette inventarono i sette accordi della lira, le sette zone celesti, i sette pianeti e le sette voci dell’alfabeto greco.
Calliope & Orfeo
Calliope era la primogenita e la più grande delle Nove Muse. Ebbe un figlio o con un re mortale della Tracia, o con Apollo stesso, che col tempo scoprì di non poterle resistere, giovane com’era quando lei venne da lui.
Il loro figlio divenne il famoso musicista greco Orfeo. Fu allevato dalle Nove Muse, la loro ispirazione artistica infuse ogni fibra del suo essere, imparando l’arte della musica, del canto e della poesia ai loro piedi.
Quando era un ragazzo, poteva cantare quasi bene come le Nove Muse stesse. Il che è tutto dire, dato che l’abilità di uno con sangue mortale deve essere davvero grande per avvicinarsi a quella di nove dee a sangue pieno, anche se lui stesso era per metà divino.
La sua voce era così bella, la sua musica così penetrante, e le sue parole così profonde, che potevano placare la rabbia nel petto del guerriero più battagliero, domare le bestie più selvagge. Ogni sorta di creature accorrevano a lui e giacevano fianco a fianco ai suoi piedi, lupi con conigli e leoni con agnelli, in completa armonia mentre la sua musica suonava. Si dice che gli alberi tirassero su le loro radici per strisciare sulla terra, solo per essere più vicini alla sua musica.
Le Nove Muse
- Calliope, la Musa della poesia epica: era nominata nell’Antica Grecia come la “Capo di tutte le Muse”, considerata sia la più saggia che la più potente. Accompagnava re e principi per imporre la giustizia e la serenità. Era la protettrice dei poemi eroici, come le opere di Omero, ed è solitamente raffigurata con una tavoletta o un libro in mano.
- Clio, la Musa della Storia: Il suo nome Κλειώ significa “rendere famoso” o “celebrare” perché in definitiva questo è ciò che la storia era per gli antichi greci, in quanto erano le azioni gloriose ed eroiche a guadagnare un posto nella storia. Clio è spesso raffigurata con libri di pergamene.
- Erato, la Musa della poesia d’amore: era la musa associata all’amore (da cui deriva il suo nome, eros) e alla poesia d’amore, anche se il suo nome Ἐρατώ significa “delizia” e “bella”. Era spesso raffigurata con in mano una lira o una kithara.
- Euterpe, la Musa della musica e della poesia lirica: Il suo nome Eὐτέρπη significa “gioire bene” e “delizia” raffigurata generalmente con una varietà di strumenti, come un Aulos (flauto greco antico) o tubi, appropriati come Musa della Musica. Era anche conosciuta come “datrice di gioia”.
- Melpomene, la Musa della Tragedia: mentre più tardi divenne la Musa della Tragedia, era originariamente la Musa del Coro. Il suo nome Μελπομένη infatti non significa nulla a che fare con la tragedia, ma “cantare” o “colei che è melodiosa” che fa pensare a una dea bella e graziosa piuttosto che tragica, derivando da un verbo che significa “festeggiare con la danza e il canto”. È raffigurata con una maschera tragica in una mano, con una spada, una mazza o un pugnale spesso nell’altra.
- Polimnia, la Musa degli inni, della poesia sacra e dell’agricoltura: Secondo la sua natura è raffigurata come un po’ seria e meditativa, lungimirante potrebbe forse essere una parola per descrivere la sua espressione. Il suo nome Πολυύμνια significa “Quella dei molti inni” dalle parole greche πολοί (molti) e ύμνος (inno o lode). La sua poesia è sia sacra che immortale, in quanto sotto il suo dominio si trovano anche le più grandi opere che hanno “conquistato fama immortale”. Si dice anche che sia la musa della geometria, della meditazione e dell’agricoltura, oltre ad aver inventato la grammatica. Viene spesso raffigurata con un lungo mantello, un velo o dell’uva.
- Terpsichore, la Musa della danza: Era la protettrice e inventrice della danza (insieme all’arpa e all’educazione), di solito raffigurata mentre balla con un alloro che le adorna la testa con l’arpa in mano. ha inventato le danze, l’arpa e l’educazione. Il suo nome Τερψιχόρη significa “delizia nella danza” dalle parole τέρπω (“delizia”) e χoρός (“danza”).
- Thalia, la Musa della Commedia: L’ottava nata delle Muse, il nome di Θάλεια significava “la gioiosa” o “la fiorente” perché la sua personalità (e il ramo delle arti cui era associata) era considerata gioiosa, esuberante e spensierata. Era generalmente raffigurata con una maschera teatrale (commedia), indossando stivali, e si dice anche che fosse associata alla geometria, all’architettura e all’agricoltura.
- Ourania, la Musa dell’astronomia e degli oggetti celesti: Il suo nome Οὐρανία significa “celeste” o “del cielo” forse a causa della sua bellezza e grazia, ma anche della sua associazione e preoccupazione con i cieli e le stelle. È spesso raffigurata come adornata di stelle, con in mano una sfera celeste e un arco bussola.
Ulteriori letture
- Letture popolari
- Libro dei miti greci di D’aulaires | Scritto da Ingri e Edgar Parin D’aulaire | 1962
- Mnemosyne | Wikipedia | 30 marzo 2020
- Le nove muse della mitologia greca | Miti greci & Mitologia greca | 30 marzo 2020
- Muse | Wikipedia | 30 marzo 2020
- Nota: Mnemosine presiedeva una piscina nell’Ade secondo una serie di iscrizioni funerarie greche del IV secolo a.C. in esametri dattilici.
- Le Muse | www.greekmythology.com | 30 marzo 2020
- Mousai | www.theoi.com | 30 marzo 2020
- Lettura scientifica