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[Malattia da reflusso gastroesofageo e malattia coronarica–coesistenza o interrelazione?]

Posted on Giugno 3, 2021 by admin

L’aspetto delle coronarie è normale nel 20-30% delle coronarografie, fatte in pazienti con dolore al petto e/o test cardiologici non invasivi positivi. La spiegazione semplice di questo fatto è la presenza di malattie che possono influenzare la perfusione coronarica attraverso meccanismi indipendenti dal diametro delle arterie coronarie principali. Una di queste è la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). La presenza di sintomi GERD nella popolazione generale riguarda circa il 30-40% degli individui, mentre il reflusso non fisiologico è dichiarato nel 50-65-85% dei pazienti con malattia coronarica (CHD). Ciò significa che la GERD è due volte più frequente nei pazienti con CHD che nella popolazione generale. Una spiegazione della maggiore frequenza della comparsa del reflusso gastroesofageo nei pazienti con CHD è l’effetto avverso dei farmaci utilizzati nel trattamento delle malattie cardiologiche. Morover, uno dei potenziali meccanismi che spiegano l’influenza del disturbo esofageo sulla comparsa di hipoperfusione coronarica può essere il loro comune controllo neurologico delle funzioni. Ci sono tre aspetti di esso: i riflessi vagali (riflesso esofageo-cardiaco), i disturbi dell’equilibrio del sistema nervoso autonomo e i cambiamenti nella soglia di percezione del dolore viscerale. Il riflesso viscerale può combinare GERD e CHD con meccanismo di circolo vizioso: il reflusso acido gastroesofageo tramite il riflesso vagale può causare l’hipoperfusione coronarica, e i prodotti del metabolismo anaerobico dei cardiomiociti possono causare il rilassamento dello sfintere inferiore dell’esofago, facilitando il reflusso. Un ulteriore meccanismo che collega GERD e CHD è l’infiammazione causata dall’infezione da Helicobacter pylori. La relazione tra la patologia del tratto digestivo e l’evoluzione, così come la progressione e le complicazioni dell’aterosclerosi insieme alla somiglianza della presentazione clinica implicano la necessità di una diagnosi precisa delle cause del dolore al petto e la cautela nell’interpretazione dei risultati degli esami di laboratorio.

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