Ricordando i principali eventi che hanno avuto luogo in Cina nel 1920, molti probabilmente penseranno prima al periodo dei signori della guerra del paese e alla lotta contro le potenze straniere. Eppure, c’è stato un grande evento che potrebbe passare inosservato: il massiccio terremoto che ha colpito il Gansu il 16 dicembre.
La catastrofe, nota come il terremoto di Haiyuan del 1920, è avvenuta alle 19.06 ora locale, con epicentro a Haiyuan, allora una contea del Gansu, ma ora parte della regione autonoma di Ningxia Hui.
Ci sono resoconti divergenti per quanto riguarda la portata del disastro, con alcune fonti che dicono che è stato un terremoto di magnitudo 8,5 sulla scala Richter, che misura le onde sismiche di un terremoto, mentre altri indicano che aveva una magnitudo di 7,8. Tuttavia, le fonti sono coerenti circa l’intensità sismica del terremoto, che ha raggiunto il livello più alto della scala d’intensità Mercalli, che misura gli effetti osservati di un terremoto.
Secondo Sohu.com, la potenza scatenata dal disastro è stata equivalente a quella di due miliardi di tonnellate di TNT, con 96 organismi di monitoraggio del terremoto in tutto il mondo che hanno registrato le onde d’urto del terremoto. Si dice anche che le scosse di assestamento hanno continuato a scuotere la regione per tre anni dopo l’evento.
Imagine via Sohu.com
Le recenti statistiche pubblicate nel 2010 mostrano che almeno 273.400 persone sono state uccise dal terremoto nella provincia, con Haiyuan che ha subito 73.604 morti, quasi la metà dell’intera popolazione della contea.
Il disastro ha colpito un’area di 20.000 chilometri quadrati, con almeno quattro contee e decine di villaggi entro 200 chilometri dall’epicentro completamente ridotti in rovina.
Crepe nel terreno, grandi frane, laghi arginati, così come cambiamenti nel corso dei fiumi, si sono verificati anche in molte aree intorno alla provincia dopo il disastro.
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Situato nel nord-ovest della Cina, la popolazione del Gansu è ampiamente diffusa, dato il suo vasto territorio. Come tale, ci si potrebbe facilmente chiedere perché il bilancio delle vittime supera le cifre del Grande Terremoto del Kanto del 1923 (quasi 150.000) e del Terremoto di Tangshan del 1976 (242.769), entrambi avvenuti in aree più popolose.
Oltre alle ragioni ovvie, come la magnitudo del terremoto, ci sono altre ragioni che hanno portato a tale devastazione.
In primo luogo, Gansu si trova nell’altopiano di Loess, dove il suolo è secco e sciolto. Questo rende la provincia estremamente vulnerabile ai terremoti. Inoltre, molte persone vivevano in case-grotta al momento del disastro, molte delle quali sono crollate facilmente durante il colpo.
In secondo luogo, la mancanza di trasporti e comunicazioni adeguati ha reso difficile assicurare un flusso regolare di informazioni e merci. Guo Zengjian, uno dei sei scienziati inviati a condurre indagini sul terremoto, ha ricordato che “i giornali di Pechino non riuscivano nemmeno a specificare il luogo esatto del terremoto… e ci volevano giorni per capire cosa stava succedendo”.
In terzo luogo, il governo di Beiyang, che era a capo del paese in quel momento, divenne un focolaio di corruzione e intascò grandi porzioni dei fondi di soccorso.
In ultimo, ma non meno importante, il terremoto ebbe luogo proprio in pieno inverno, e con un’altitudine media che oscillava tra i 1.500 e i 3.000 metri; molte persone che erano sopravvissute al terremoto finirono per morire per il freddo estremo, una situazione esasperata dal fatto che le frequenti scosse di assestamento fecero sì che i sopravvissuti temessero di costruire qualcosa di diverso dai rifugi temporanei.
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