Al mio 17° compleanno io e altre 5 ragazze abbiamo deciso di giocare al gioco psicologico “red door yellow door”. Io – essendo la festeggiata – sono andata per prima. Ho fatto il rituale per un totale di due volte. Allora, la prima volta è stata breve, circa 3 minuti, ho iniziato davanti a casa mia e sono entrata attraverso la mia porta a zanzariera. Poi ho visto l’entrata della mia cucina e non ho voluto attraversarla, mi sentivo a disagio con quella via d’ingresso così sono rimasta nel soggiorno e improvvisamente c’era una porta blu sul soffitto. Ho attraversato la porta per entrare in una stanza nuvolosa che si espandeva all’infinito in ogni direzione. Cominciai a camminare e mi imbattei in un uomo con un mantello bianco, senza volto, con lunghi capelli castani e le braccia distese ai lati. C’erano due porte, una per mano. La mia guida (la mia amica) mi ha chiesto se volevo passare attraverso la porta e io ho detto che non potevo entrare, così mi ha svegliato. Dopo di che un paio di miei amici ci sono andati ed erano cose normali come solo il buio o non potevano entrare nella loro mente. È tornato da me. Questa volta tutto il mio viaggio è durato 15 minuti. Il rituale è iniziato nello stesso modo, qui ci sono le regole btw (http://paranormalinvestigating.com/red-door-yellow-door-any-other-color-door/) così, ho iniziato fuori da un vagone della metropolitana in una stazione della metropolitana vuota, sottoterra. Sono entrato nel vagone e mi sono guardato intorno, l’uomo con l’abito era in un angolo del vagone. Non potevo dire nulla di lui, dovevo continuare il gioco, ho visto una porta blu apparire accanto a me l’ho attraversata velocemente per allontanarmi dall’uomo. La mia amica mi avrebbe fatto uscire dal gioco se avesse saputo che l’avevo visto. Non so perché non ho detto niente di lui, è come se avesse una presa sulle parole che stavo dicendo. Così, ora ho attraversato la porta blu, sono in una stanza, le pareti dipinte di rosso, sul pavimento c’è un mucchio molliccio di resti umani c’erano pezzi di capelli arancioni ma a parte questo non saprei dire cosa fosse. C’era pelle e sangue su tutte le pareti. Quando cercavo di raccontare la stanza al mio amico, non riuscivo fisicamente a dire che c’era un cadavere. Il mio cervello doveva continuare a giocare. Poi ho visto un buco nel muro accanto a me, abbastanza grande da poterci strisciare dentro. Sono entrato nel buco e sono finito in un formicaio, c’erano 2 formiche giganti, abbastanza grandi da poterci salire sopra, e così ho fatto. Mi hanno portato all’uscita e ora mi trovavo nel mezzo di un cortile, l’erba era più alta di me, sembrava il cortile di un film della Pixar, una specie di Bugs Life o Toy Story. C’era un recinto gigante in lontananza, così ci sono passato attraverso, dato che ero troppo piccolo per entrare nella casa alla mia sinistra. Dopo essere passato sotto il recinto sono arrivato all’entrata di un labirinto di siepi. Entrai nel labirinto e andai a destra. Incontrai due cani che sporgevano dalla siepe dalla vita in su. Li superai, andando a sinistra, e giunsi ad un lungo corridoio con ingressi ai lati di me che si espandeva in avanti all’infinito. Ho girato a destra e sono arrivato a una donna che sembrava uscita da un bizzarro dipinto di Picasso. La sua faccia era così trasformata che non riuscivo a capire quale fosse la sua espressione. La siepe si era chiusa dietro di me e l’unica strada che potevo percorrere era oltrepassarla. Ero in trappola. Mi costrinsi ad attraversare il terreno cadendo su una sedia in una stanza di metallo. Tutte le pareti intorno a me erano di un colore argentato, probabilmente d’acciaio. Davanti a me c’era un tavolo di metallo con una lampadina appesa sopra una corda. Ero legato alla sedia e non potevo alzarmi. Ho sentito la sedia ribaltarsi lentamente all’indietro fino al punto in cui ero steso a terra sulla sedia. Sono caduto di nuovo attraverso il pavimento. Ho perso i sensi e sono riapparsa davanti al mio vecchio asilo della mia infanzia. Il mio migliore amico di allora era lì. Una porta giocattolo colorata di blu, rosso e giallo stava di fronte a me, collegata al nulla. Il mio migliore amico mi ha spinto ad attraversarla, ma io non volevo. Un bagno di legno spuntò alla mia destra, così passai da lì, ma feci un errore una volta entrato. Ho guardato nello specchio. Ho visto l’uomo con il vestito che mi guardava come se fossi lui. Mi sono tuffato nella toilette per uscire da lì. Non indossava la giacca. Sono finito nella città di “flushed away”, quel film su quel topo che va nelle fogne. E davanti a me c’era uno scarafaggio gigante. Ballava cercando di dire qualcosa ma tutto quello che usciva era mormorio. C’era una porta sulla pancia che mi sembrava molto comoda. Ci entrai e c’era la cosa peggiore che potessi vedere. Una stanza coperta di letame, ossa ovunque. C’erano simboli sul muro fatti di ossa rotte. Ho provato quella sensazione quando corro su per le scale di notte. Poi ho detto al mio amico che mi guidava di togliermi dal gioco. Mi sono svegliato piangendo. Voglio immergermi più a fondo nella mia mente. Perché ho potuto andare così a lungo? Perché ero incapace di dire alla mia guida dell’uomo con l’abito durante il rituale? Vi prego di raccontarmi le vostre esperienze, se ne avete.