Chick-flick strappalacrime pieno di cuore
Di John Beifuss
Credetemi: Non volete davvero essere messi nella situazione, a Memphis, di recensire il primo film prodotto da Molly Smith, amata figlia di Fred Smith, il fondatore di FedEx.
In particolare non volete questo lavoro dopo aver visto il trailer di "P.S. I Love You," che promette un cringe-worthy mix di "chick flick" appeal (il fusto Gerard Butler, che fa una comica danza di accoppiamento in boxer e bretelle) e sentimento di realizzazione dei desideri fantasy (il fusto Gerard Butler, ora morto, che dispensa consigli di vita amorosa dall’oltretomba alla sua vedova, Hilary Swank).
Fortunatamente, "P.S. I Love You" — il film, non il trailer — è coinvolgente e non difficile da apprezzare, grazie al suo cast esperto (gli attori di supporto includono Lisa Kudrow, Gina Gershon, Harry Connick Jr, l’eccentrica cantante di cabaret Nellie McKay e la memphiana Kathy Bates); la fotografia patinata che include una bella location in Irlanda; e la gestione temperata del regista Richard LaGravenese, che è abbastanza sicuro di sé da permettere agli spettatori di produrre le proprie lacrime da questo materiale delicato.
"Mia madre ha detto che è stato un errore sposarti perché ti ho amato troppo," ammette Holly. La teoria della mamma viene messa alla prova quando Gerry muore per un tumore, lasciando Holly una reclusa dal cuore infranto che passa le sue giornate a cantare, in stile karaoke, la performance di Judy Garland di "The Man That Got Away." (E’ un prete, comunque, che canta comicamente insieme alle parole "Tu, feccia/ Tu, verme" quando "Fairtyale of New York" dei Pogues viene suonata alla divertente veglia di Gerry.)
Poco dopo, l’espediente della storia emerge: il sempre premuroso (e ben organizzato) Gerry ha scritto una serie di lettere istruttive e ispiratrici per Holly, da consegnare dopo la sua morte.
Le lettere mantengono Gerry presente nella storia; Butler (nel suo primo ruolo importante da "300") rimane anche presente, poiché Gerry riappare per tutto il film come una sorta di romantico confidente immaginario per Holly — un simbolo del suo amore, del suo desiderio e della sua riluttanza a lasciare andare il passato. (Anche come fantasma, Gerry è bello e affascinante; peccato che sia morto, il che mi ricorda quello che Joe E. Brown disse alla fine di "A qualcuno piace caldo": "Beh, nessuno è perfetto.")
Le lettere di Gerry incoraggiano Holly a tornare agli affari della vita. Le ordinano di comprare una nuova lampada da comodino; di uscire in città con le sue amiche (porta con sé l’urna personalizzata che contiene le ceneri di Gerry per una notte di ballo in un bar gay); e di fare un viaggio in Irlanda, dove incontra un potenziale interesse romantico, il "migliore amico di Gerry che suona la chitarra" (Jeffrey Dean Morgan). Anche prima del viaggio nell’Isola di Smeraldo, la colonna sonora di John Powell è inondata dal suono cadenzato dei pennywhistles irlandesi. Ciò che definisce veramente questo come un "chick flick," tuttavia, è quando Holly segue il consiglio del marito di "trovare quella cosa che ti rende come nessun altro," e quella cosa risulta essere: disegnare scarpe.
Prodotto dai 26enni Molly Smith, Andrew A. Kosove e Broderick Johnson per la decenne Alcon Entertainment, una società finanziata da Fred Smith, il film è dedicato a Windland Smith Rice, la sorella di Molly, morta di una malattia genetica del cuore nel 2005 all’età di 35 anni, lasciando un vuoto nella vita di Molly simile a quello lasciato da Gerry nella vita di Holly nel film. La dedica ci ricorda che anche un film commerciale come questo – un film che sarà trattato come intrattenimento usa e getta dalla maggior parte dei recensori e del pubblico – può essere estremamente personale e significativo per le persone coinvolte nella sua creazione.
— John Beifuss: 529-2394