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Una terapia ACE per COVID-19

Posted on Novembre 2, 2021 by admin

Abstract

ACE2 umano solubile ricombinante inibisce l’infezione virale SARS-CoV-2 in organoidi umani in vitro.

Per causare un’infezione, un virus deve entrare nelle cellule ospiti per replicarsi. L’infezione da COVID-19 è causata dal grave sindrome respiratoria acuta-coronavirus 2 (SARS-CoV-2), che entra nelle cellule ospiti attaccandosi a una proteina legata alla membrana, l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2). ACE2 è espressa principalmente nel polmone, che è il sito primario dell’infezione da SARS-CoV-2. Tuttavia, è anche presente a vari livelli nel cuore, nei vasi sanguigni, nei reni e nell’intestino. Il modello di disfunzione multiorgano visto nei pazienti COVID-19 è probabilmente legato a questo modello di espressione di ACE2 e alla conseguente infezione diffusa.

Monteil et al. hanno cercato di determinare se l’ACE2 ricombinante umano solubile (hrsACE2) potesse essere usato per inibire l’infezione, presumibilmente attraverso il legame virale alle proteine in soluzione piuttosto che a quelle sulle cellule ospiti. In vitro, hrsACE2 ha ridotto drasticamente il recupero virale dalle colture di cellule ospiti, indicando la prevenzione del legame delle cellule ospiti. L’eziologia della malattia e il potenziale terapeutico di hrsACE2 sono stati successivamente esaminati in due modelli di organoidi umani. In primo luogo, la quantità di RNA virale espressa negli organoidi capillari infetti è aumentata nel tempo, indicando un’infezione attiva del tessuto. Questo è cruciale, poiché l’infezione dei vasi sanguigni deve avvenire affinché il virus si diffonda ai tessuti di tutto il corpo. Gli organoidi del rene erano similmente suscettibili all’infezione, poiché esprimevano ACE2 nelle cellule tubulari (simile ai modelli noti in vivo). Anche se l’infezione non è stata completamente arrestata da hrsACE2 in vitro, il trattamento ha rallentato la replicazione virale in entrambi i modelli di organoidi, indicando l’enzima solubile può inibire la diffusione dell’infezione e abbassare i carichi virali che possono essere correlati con la gravità della malattia.

A causa della pandemia attuale, c’è una chiamata alle armi senza precedenti tra la comunità scientifica. Molti di noi stanno lavorando su scudi per proteggere i nostri lavoratori essenziali in prima linea e i professionisti medici, mentre altri sono in una corsa alle armi per combattere il virus più direttamente. L’approccio qui descritto è di particolare interesse, poiché hrsACE2 è già passato attraverso studi clinici di fase I e II (NCT00886353, NCT01597635) per la sindrome da distress respiratorio acuto e ha ricevuto l’approvazione normativa (NCT04335136) per continuare lo studio nella lotta contro COVID-19.

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